75° Liberazione… verso i 75 anni dell’Uc

Fino a che la situazione sanitaria non consentirà di riaprire, i nostri infernotti di via Cesare Battisti 4b restano chiusi a ogni attività. Continuiamo a credere che non si possa fare cultura senza relazione e che non ci sia vera relazione senza un incontro anche incarnato, con tutta la capacità che hanno i volti, i corpi, i gesti, di comunicare con e al di là delle parole.

L’Unione culturale è animata da persone diverse che però, come chiunque svolga lavoro culturale, vivono vite complesse, frammentate, spesso precarie. Attualmente c’è chi tenta di far ricerca nonostante la chiusura di archivi e biblioteche, chi da giornalista freelance prova a fare cultura e informazione, chi svolge didattica a distanza a scuola o in università, con le difficoltà e gli interrogativi ben riassunti da un gruppo di insegnanti del Cidi Torino (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti). C’è anche chi si interroga sulle sorti della musica dal vivo e chi del teatro, come fa Marco Gobetti in questo testo. Per le arti viventi (comprese le proiezioni cinematografiche) questa contingenza è critica sia economicamente sia, a un livello più profondo, perché rischia di minare le basi stesse della pratica e dell’esperienza estetica.

Questa situazione smaschera e acuisce le diseguaglianze, esacerba problemi che già conoscevamo: i divari di classe, la segregazione sessuale nel lavoro con il peso della cura sulle spalle delle donne, l’insufficienza di risorse per la sanità, la proletarizzazione del lavoro culturale, il pericolo di dover barattare sempre più libertà in cambio di una promessa di sicurezza o di sopravvivenza, la frammentazione del corpo sociale e la difficoltà di costituire soggetti politici…

Sappiamo di non sapere: non sappiamo come sia nato questo virus, come si comporta e come si potrà gestire. Per questo nelle ultime settimane abbiamo preferito tacere. Tra l’altro, Il silenzio è d’oro di René Clair è un gran bel film… se riuscite a recuperarlo ve lo consigliamo.

Crediamo che un’eventuale ripresa, quando avverrà, non potrà essere un “ritorno alla normalità” bensì l’inizio di un tempo nuovo che dovrà far tesoro di quanto stiamo vivendo.

Al tempo in questi giorni è difficile dare una forma. Noi ce ne siamo presi un po’ per pensare e ora torniamo a rivolgerci a voi che siete la comunità dei nostri soci e frequentatori in occasione di questo particolare 25 aprile, che auspichiamo possa essere un vero momento di riflessione sulla libertà conquistata nel 1945 ma anche su quella che dovremo riguadagnare e difendere nel prossimo futuro.

L’11 giugno l’Uc compirà 75 anni e fino ad allora vi proporremo di tanto in tanto un percorso di letture, idee, immagini legate alla nostra storia o “in sintonia con il presente”, come avrebbe scritto Franco Antonicelli. Chiameremo questa serie di contributi “letture tendenziose” in omaggio al titolo di un suo celebre discorso.

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