“Gian Renzo Morteo | Fare a pezzi il teatro”

morteo convegno

Dopo un lungo processo di scrittura e creazione pubblica sviluppatosi su strada – e non solo – con il coinvolgimento paritario sia del pubblico, sia di attori, artisti, registi, drammaturghi, studiosi, la lezione recitata “GIAN RENZO MORTEO | Fare a pezzi il teatro” debutterà il 21 ottobre al Teatro Gobetti di Torino, nell’ambito di “UNA CERTA IDEA DI TEATRO – Gian Renzo Morteo trent’anni dopo” (info www.gianrenzomorteo.com – ingresso libero; prenotazioni: lezionerecitatagrm@gmail.com).

Prima di allora,  giovedì 17 ottobre alle ore 20,30, il pubblico dell’Unione culturale Franco Antonicelli potrà assistere in anteprima a una prova aperta della lezione recitata.

PROGRAMMA:

  • lettura teatrale dello scritto di G.R.M. “Il teatro, forma originaria di spettacolo”, da Gian Renzo Morteo, Ipotesi sulla nozione di teatro e altri scritti, Teatro Stabile Torino – Centro Studi / Linea Teatrale, Torino 1994, pp. 113-117 | Con Beppe Rizzo.
  • prova pubblica della lezione recitata “Gian Renzo Morteo | Fare a pezzi il teatro”

Venerdì 18 ottobre dalle ore 9,15, Aula Magna del Palazzo del Rettorato Università degli Studi di Torino (via Po 15- via Verdi 8):  Giornata di studi “Una certa idea di teatro – Gian Renzo Morteo, trent’anni dopo”. Marco Gobetti interverrà con una reazione intitolata: “Cenni sulle testimonianze di Giovanni Moretti per la scrittura della lezione recitata GIAN RENZO MORTEO – FARE A PEZZI IL TEATRO”.


Gian Renzo Morteo – nato a Rivarolo Ligure nel 1924 e morto a Torino nel 1989 – fu storico e teorico del teatro, traduttore e redattore della Collana di teatro Einaudi, per anni direttore e addetto alle attività culturali del Teatro Stabile di Torino, docente di Storia del Teatro all’Università di Torino, drammaturgo; ma fu soprattutto indagatore curioso e instancabile del teatro nelle sue infinite, possibili declinazioni: «è un grave errore» scriveva «sottovalutare e non prendere in esame le forme considerate di solito “inferiori” di spettacolo». La lezione recitata GIAN RENZO MORTEO – FARE A PEZZI IL TEATRO dipinge uno spazio da cui e per cui si levano, fra tutte, le voci di Marx, Artaud, Platone, Aristotele, Ionesco: brani tra i più amati e “usati” da Morteo, calati in una città insieme teorica e reale, imperfetta, discontinua, utilmente sporca, le cui vie sono praticabili solo in modo avventuroso. Un luogo in cui occorre vagare, aprire le porte ed entrare nelle case: solo così si possono «guardare le facce dei poeti». Una antologia scenica incastonata nel pensiero chiaro e magistralmente sintetico dell’autore di Ipotesi sulla nozione di teatro: un pensiero oggi quanto mai prezioso, che ci spinge a indagare sulla natura sociale e intrinsecamente pedagogica del teatro. E a interrogarci sulla sua utilità politica: sul bisogno, insomma, che ne ha la polis; anche per tornare a riconoscere i propri stessi bisogni.

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