Proiezione di “L’ultimo degli ingiusti”

2025-01-28-29 Lanzmann presenta Silvia
Per il Giorno della Memoria l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza organizza la doppia proiezione di
L’ultimo degli ingiusti 
di Claude Lanzmann
28 gennaio prima parte
29 gennaio 2025 seconda parte
ore 17
Sala conferenze, Polo del ‘900
corso Valdocco 4/A
Torino
Introduce Silvia Nugara (Unione culturale/Università di Torino, CPS)
ingresso libero fino a esaurimento dei posti

L’ultimo degli ingiusti di Claude Lanzmann
Francia/Austria, 2013, 220’ [data la lunghezza il film sarà diviso in due parti: la prima parte proiettata il 28 gennaio, la seconda il 29 gennaio]

Nel 1975 Claude Lanzmann realizza un’intervista filmata a Benjamin Murmelstein, ultimo presidente del Consiglio Ebraico del ghetto di Theresienstadt (o Terezin), che è in esilio a Roma. Degli oltre 140.000 ebrei internati dai nazisti nella città-fortezza di Terezin (nell’attuale Repubblica Ceca) solo poco più di 17.000  sopravvissero agli stenti, alle malattie e alla deportazione verso Auschwitz e, fra di essi, il rabbino Benjamin Murmelstein, che ebbe  un ruolo importante nella gestione della comunità dei prigionieri e fu, per questo, finita la guerra, oggetto di campagne denigratorie e di gravi accuse. Rabbino capo a Vienna al tempo dell’annessione dell’Austria alla Germania nel 1938, Murmelstein, che si occupava dell’emigrazione degli ebrei, riuscì a farne uscire dal paese circa 121.000, salvandoli dalla morte, eppure, a causa del suo lavoro con i tedeschi, è stato a lungo accusato di collaborazionismo e non ha mai potuto mettere piede in Israele. Benjamin Murmelstein è morto nel 1989, sempre emarginato. Nel 1983 il rabbino capo di Roma Elio Toaff gli negò l’iscrizione alla comunità e alla sua morte rifiutò di seppellirlo nella tomba della moglie. Le sue memorie sono scritte in Terezin, il ghetto modello di Eichmann, pubblicato nel 1951.

Nel 2012 Claude Lanzmann, a 87 anni, torna con la sua cinepresa a Theresienstadt, il cosiddetto “ghetto modello”, offerto in regalo da Hitler agli ebrei come soggiorno termale e luogo simbolo estremo dell’intreccio fra la spietata organizzazione della “soluzione finale” nazista e una strumentale simulazione pubblicitaria. Lanzmann ha a questo punto deciso di rivisitare l’intervista a Murmelstein. Per più di trent’anni il regista aveva conservato il materiale girato a Roma, all’inizio del lavoro decennale per il suo film Shoah; ora sceglie di usarlo in un film che punta a riabilitare definitivamente Murmelstein.

Lanzmann, con le sue domande, aveva ottenuto da Murmelstein una confessione polemica e controcorrente. Le parole di Murmelstein sono forti e critiche in primo luogo nei confronti del processo ad Adolf Eichmann che si era svolto nel 1961: avendo trattato con lui per anni, Murmelstein sostiene di poter affermare la partecipazione di Eichmann alla “Notte dei Cristalli”, la sua piena responsabilità nella genesi della soluzione finale e contesta il giudizio di Hannah Arendt che al processo lo dipinse come l’incarnazione della “banalità” del male. Di Eichmann, d’altronde, fu il progetto del ghetto ‘modello’ di Terezin.

Lanzmann nel film afferma: “L’intervista a Murmelstein è ricca di rivelazioni di prima mano, non ha mai cessato di ossessionarmi. Mi sentivo depositario di qualcosa di unico, ma indietreggiavo di fronte alle difficoltà di realizzazione di un simile film. Ho avuto bisogno di molto tempo per arrendermi all’evidenza che non avevo il diritto di conservarla per me solo”.  Benjamin Murmelstein era il decano e il responsabile della gestione degli ebrei nel ghetto, costretto a combattere la Gestapo di nascosto, senza poter rendere pubblica la sua personale battaglia. È proprio il rabbino a definirsi, nell’intervista a Lanzmann, “l’ultimo degli ingiusti”, parafrasando in modo provocatorio il titolo del romanzo L’ultimo dei giusti di André Shwarz-Bart.

Iniziativa realizzata grazie al contributo del Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione.

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