Riparte la programmazione dell’UC

In anni recenti l’Unione culturale ‘Franco Antonicelli’ ha cercato di proporre alla città una programmazione originale, che combinasse la qualità con il coinvolgimento attivo del pubblico, in nome di un lavoro culturale collettivo e politicamente impegnato.

Anziché puntare su eventi culturali grandi, isolati e spettacolari – soluzione che ogni amministrazione, fondazione e compagnia di pubblicità suggeriscono per risolvere la crisi del mondo della cultura – rivolti a una vasta massa di consumatori e spettatori, l’UC ha preferito seguire un modello alternativo, basato su gruppi di lavoro direttamente coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di incontri e cicli di attività.

Le persone che operano dentro i gruppi di lavoro dell’UC non eseguono decisioni prese dall’alto o al di fuori del collettivo di cui fanno parte. Parlano, propongono, litigano, si mettono d’accordo. Trasformano in occasioni di confronto pubblico la pluralità di idee maturate nella discussione interna. Dalla progettazione alla realizzazione di ogni singola iniziativa, passando attraverso ciascuna fase della sua comunicazione, tutto trae il suo senso da un lavoro di squadra.

L’UC ha tentato di perseguire questo modello partecipato e cooperativo di lavoro culturale senza mai rinunciare alla qualità delle iniziative proposte, nella consapevolezza che l’uguaglianza delle intelligenze e delle possibilità di espressione intellettuale sia il presupposto, la condizione – non un ostacolo – alla loro libera e migliore espressione. Qualità significa non soltanto invitare a prendere la parola le voci più stimolanti – non necessariamente le più ricorrenti, famose o visibili – del nostro tempo, ma anche e soprattutto creare spazi di confronto su fenomeni sociali non ancora problematizzati a sufficienza.

Da ottobre 2016 a giugno 2017 l’attività dell’UC continuerà dunque a essere scandita da iniziative organizzate dai gruppi di lavoro. A livello tematico, il filo rosso che unirà tutta la programmazione sarà proprio il lavoro culturale. Nel corso dei prossimi mesi, il bunker di via Cesare Battisti sarà la sede di un ciclo di appuntamenti idealmente in onore di Luciano Bianciardi, uno dei primi intellettuali in Italia che ha colto, sentito e patito i problemi legati alle condizioni materiali spesso difficili in cui si svolge quello che ancora si stenta a riconoscere come un vero e proprio lavoro.

Di lavoro, infatti, si tratta: dal tempo investito nella progettazione, a quello svolto dietro le quinte da chi si occupa di grafica e di comunicati stampa, a quello investito nell’organizzazione pratica e nel supporto tecnico delle attività in programma. C’è poi il lavoro culturale dei musicisti, degli attori, dei tecnici per dare al pubblico la possibilità di fruire di appuntamenti culturali originali e di qualità.

Il lavoro svolto da tutti questi soggetti – la cultura – è sempre più investito da processi di aziendalizzazione e burocratizzazione crescenti, a seguito delle drastiche riduzioni dei finanziamenti pubblici a suo sostegno. Il tempo di chi svolge un lavoro culturale si consuma infatti ormai in misura enorme nella caccia, nella stesura e nella rendicontazione dei progetti sostenuti da finanziatori privati. Questo tempo – scandito e dominato da logiche integralmente neoliberali – finisce per rendere sempre più residuale quello dedicato alla progettazione dei contenuti e delle forme di qualsiasi iniziativa.

Per chi, come noi dell’UC, crede che la cultura possa e debba continuare a svolgere una funzione critica all’interno della società senza cedere alla tentazione di settarismi ideologici o di un certo snobismo intellettuale, esiste ancora un’alternativa alla pretesa di trasformare questo bene comune in un ennesimo esperimento di aziendalizzazione forzata o di spettacolarizzazione eclatante quanto sterile: chiedere al pubblico che ci sta premiando con la sua partecipazione di contribuire in prima persona a riconoscere e alimentare il lavoro svolto dall’UC. Un contributo – operativo e/o finanziario – non soltanto ben accetto, ma indispensabile per portare avanti  il modello di cui sopra.

Infatti, benché indispensabile alle attività dell’UC, il sostegno dei finanziatori pubblici e privati non è sufficiente a coprire la mole e la qualità del lavoro culturale previsto.

Per questo, chiunque abbia voglia di passare un pomeriggio o una sera nel bunker di via Cesare Battisti è caldamente invitato:

– a contribuire con una cifra minima di 1 euro per ciascuna iniziativa organizzata dall’UC a cui parteciperà da ottobre 2016 a giugno 2017;

– a entrare in uno dei gruppi UC per collaborare attivamente alla progettazione, all’organizzazione e alla realizzazione delle attività;

– dopo aver preso parte ai gruppi di lavoro, se l’esperienza verrà giudicata meritevole di continuità e impegno, a inoltrare richiesta al Direttivo di diventare Socio dell’UC.

Inoltre,  chiunque potrà:

– versare una donazione sul CC nr. IT37 I 03359 01600 100000102217 (Banca prossima);

– devolvere il 5 per mille dell’IRPEF a sostegno dell’Unione Culturale Franco Antonicelli indicando il nome e il codice fiscale dell’associazione: 80099070015

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