A 75 anni dal “Woyzeck” | Omaggio a Vincenzo Ciaffi

Stiamo vivendo un momento paradossale per la cultura, che ci ha fatto prendere coscienza di difficoltà preesistenti e ben radicate ma che ha anche aspetti inediti. L’impossibilità per le persone di stare insieme a causa della pandemia si cala nel contesto di una rivoluzione digitale foriera di tentazioni e fraintendimenti pericolosi. Per esempio, c’è chi crede che il teatro, arte della scena e dei corpi, si possa trasferire on line fingendo di non vedere quali sono gli “ingredienti” indispensabili per fare sì che il teatro sia davvero autentico, magico e sociale; e possa dunque rappresentare l’antitesi alla situazione presente.

Quando l’Unione culturale è nata, nel 1945, il teatro è stato uno dei primi campi in cui l’associazione si è cimentata. Oggi pensiamo che studiare tutto ciò che in altre epoche ha rappresentato un teatro possibile sia la giusta prospettiva da cui interrogare il presente e immaginare il futuro. A patto che teniamo bene a mente un pensiero di Gian Renzo Morteo, secondo cui: “il teatro di ieri, come tutta la cultura e l’arte che ci giunge dal passato, dovrebbe essere assunto come elemento di confronto nei rispetti del presente e non come modello ideale”.

Iniziamo con un omaggio a Vincenzo Ciaffi, e a coloro che, sotto l’egida della neonata associazione, lo accompagnarono nelle sue regie a partire dal debutto del Woyzeck l’8 gennaio 1946. Latinista e antifascista, Ciaffi con altri intellettuali torinesi e fondatori dell’Unione culturale tra cui Felice Casorati, Oscar Navarro, Albino Galvano, Guido Hess Seborga, fu poi tra coloro che s’impegnarono affinché la città si dotasse di un Teatro Stabile.

Questo contributo vuole essere anche il prologo a una ricerca più approfondita su un’esperienza di sperimentazione che contribuì a cambiare la storia del teatro torinese – e non solo – del secondo dopoguerra.

Con testimonianze di Luisella Ciaffi, sorella di Vincenzo e allora dodicenne che nel Woyzeck era la figlia del protagonista; Baba Richerme, figlia di Elda Caliari, di cui legge una memoria autobiografia sull’esperienza del Teatro dei Cento; Gian Renzo Morteo, storico del teatro; Raf Vallone, che interpretò Woyzeck.

A 75 anni dal Woyzeck. Omaggio a Vincenzo Ciaffi
Un progetto dell’Unione culturale ‘Franco Antonicelli’

Testi e ricerche: Marco Gobetti, Claudio Panella

con a preziosa collaborazione di Paolo Ciaffi Ricagno

Montaggio: Elena Girotto, Silvia Nugara

Audio Gian Renzo Morteo e Raf Vallone tratto dagli archivi Uc
(si ringrazia Fabio Viana Coggiola)

Testo Elda Caliari: dagli archivi di Baba Richerme

Foto Luisella Ciaffi: dagli archivi della famiglia Ciaffi

Foto Morteo: dagli Archivi del Teatro Stabile di Torino

Foto Vallone: da poro.it e famiglia Vallone