Piccolo appello al pubblico della cultura

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Nanni Balestrini

PICCOLO APPELLO AL PUBBLICO DELLA CULTURA
OVVERO POESIA SUGLI ANNI DI PIOMBO E GLI ANNI DI MERDA

Eccoci qua ancora una volta
di fronte al pubblico della cultura
che seduto di fronte a noi benevolmente
come sempre si aspetta poesia e verità

scherzo naturalmente so benissimo che
il pubblico della cultura è smaliziato
è un furbone di tre cotte e matricolato
non c’è nessuno che gliela dà a bere

ne sa una più del diavolo
sa che la letteratura è menzognera
che tutte le vacche sono nere
che 2 + 2 non fa quasi mai quattro

che la società dello spettacolo ci ha disintegrati
mica è fesso è bastato che dicessi il titolo
e ha capito al volo immantinente
che dalla mia bocca sarebbe uscito

un suono antico e familiare come
l’urlo dei manipoli e il rombo dei cavalli
cioè vogliamo tutto e quella roba lì
eco lontana di un passato dimenticato e sepolto

le cui tracce sono state accuratamente
contraffatte cancellate dissolte da un esercito
di mercenari giornalisti storicisti televisisti
lautamente remunerati per riscrivere la storia

di un paese minacciato da un’orda sanguinaria
che voleva bruciare le banche e le chiese
mangiare i bambini e sputare sui vecchietti
e sui sacri partiti nati dalla resistenza

che voleva non lavarsi e non lavorare mai
farla finita con i valori le regole le ideologie
come stigmatizza il severo giorgiobocca
e anche appendere i padroni per le palle

e tutte le possibili nefandezze sovversive ma
spiegano le cronache falsificate d’italia
le forze dell’ordine e della civiltà
hanno infine prevalso e i biechi eversori

sono stati tutti quanti incatenati o sparati
così imparano a contestarci proclamarono
i banditi dell’arco costituzionale vittoriosi
e così beneamati salvatori della patria in pericolo

poterono dedicarsi indisturbati a saccheggiarla
il più straordinario saccheggio di tutti i tempi
e dall’emergenza sbocciò il nuovo rinascimento yuppie
i magnifici anni 80 incensati da tutti gli alberoni

gli anni di merda insinuano i maldicenti gli anni
della restaurazione dell’opportunismo del cinismo
con tanti soldi cocaina fotomodelle per chi ci sta
eroina o muccioli per chi proprio non ci sta

e tv spazzatura per rinconglionirci tutti quanti
gli anni culturalmente più vuoti e squallidi del secolo
in cui nugoli di intellettuali collaborazionisti
ben lottizzati e benissimo pagati ci rifilavano

le meraviglie dell’effimero e del postmoderno
una letteraturina da telefonini bianchi
le voci bianche del pensiero flebile
e la storia che pluf finisce proprio adesso

come ben ricorda il nostro bel pubblico della cultura
voi lì che queste cose le sapevate tutte ovviamente
e le sopportavate sì ma con indignazione malrepressa
scuotendo spesso la testina e sospirando forte

e ci soffrivate un po’ anzi tantissimo in silenzio
nel silenzio dei vostri cuori e delle vostre menti
ma diciamolo pure ora che si può dirlo forte
anche voi non vedevate l’ora che le cose cambiassero

magari perfino speravate con indomito coraggio
che tutto questo puttanaio finisse prima o poi
anche se non potevate fare niente per
non importa lo auspicavate fermamente e spesso

ma adesso il problema non è vedere quanto avete
le mani pulite non è che dovete alzarle se
avete goduto con sgarbi o pippobaudo
se berlusconi è stato il vostro modello di vita

se vi siete pentiti del 63 o del 68
se avete pensato che il capitalismo è una figata
che la poesia è la parola innamorata
che la rivoluzione cambia il mondo solo in peggio

e altre insostenibili leggerezze del vostro essere
questo non è l’anno del terrore nessuno pensa
di tagliarvi la testa o la mano per queste inezie
son cazzi vostri giù le mani e niente paura

perché adesso c’è ben altro da fare
adesso che la gran cuccagna è terminata
perché non c’è più niente da saccheggiare
adesso che bisogna ricominciare tutto da capo

adesso che anche la parole sono saccheggiate
e noi che ci occupiamo della loro manutenzione
dobbiamo tentare di ridare un senso alle parole
ci appelliamo a voi comparse e pubblico

voi per cui facciamo in fondo tutto questo
adesso come altre volte in tempi bui
in cui discorrere di alberi è quasi un delitto
ascoltateci ancora una volta con indulgenza.

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